E' la data in cui si è potuto dire: il buon Giorgio si vede dal mattino.
Premessa: Giorgio, magazziniere di 47 anni, va in arresto cardiaco il 12 agosto mentre lavora per la festa patronale di San Lorenzo del suo paese (Pont Saint Martin in Valle d'Aosta) insieme all'amico Lallo, vigile del fuoco volontario, abilitato all'uso del defibrillatore, posizionato a 50 metri presso la locale caserma dei pompieri. Viene sottoposto a 4 scariche del defibrillatore, a intubazione, a coronarografia e a ipotermia. Si riprende senza danni cerebrali. Dopo quattro giorni il dott. Giuseppe Ciancamerla, presidente dell'associazione "Les amis du coeur du Val d'Aoste", ha potuto raccogliere la testimonianza che segue.
Salve, siamo il cuore, i polmoni, il cervello e le orecchie di Giorgio e vi vogliamo raccontare cosa ci è successo.
Cuore: prima del 12 agosto Giorgio non sapeva neanche che esistevo, ma adesso sarà costretto a festeggiare il mio compleanno, oltre che il suo.
Polmoni: Giorgio ci ha torturato per almeno trent'anni con le sue maledette sigarette, ma adesso che smetterà (vero?) finalmente ci riposeremo e faremo solo il lavoro che ci spetta per natura.
Cervello: prima del 12 agosto Giorgio sapeva benissimo che esistevo, ma sicuramente i pensieri che gli fornisco adesso sono molto diversi.
Domenica 12 agosto 2012, mattina
Cuore: dunque, quella mattina stavo tranquillamente lavorando quando è arrivato un insieme di terremoto, uragano e tsunami che mi ha stordito talmente tanto che, come un batterista impazzito, non riuscivo più a tenere un ritmo regolare ma saltavo come un caffè shakerato. Questo ha fatto perdere le forze a Giorgio che si è accasciato per terra in un attimo.
Polmoni: a noi è mancato di botto l'arrivo si sangue, quindi, in mancanza di materia prima, abbiamo smesso di lavorare.
Cervello: bella forza, sono io quello che ha patito di più, tanto è vero che da quel momento ho smesso di pensare e mi sono addormentato.
Orecchie: noi invece siamo rimaste per un po' a sorvegliare la situazione, così abbiamo riconosciuto la voce di Lallo che era lì con noi. Ma siccome il capo (cervello) non lavorava, ci siamo adattate e abbiamo fermato la catena di montaggio.
Cuore: d'improvviso ho ricevuto tanti di quei colpi in testa che non finivano mai, saranno stati almeno 100 al minuto, e mi stavo chiedendo quale era lo scopo di questa violenza nei miei confronti quando è arrivata la mazzata finale, anzi 4 mazzate intervallate da quei colpi tremendi. Credevo ormai di essere alla fine, quando altrettanto all'improvviso ho ripreso a funzionare normalmente, un po' stordito, è vero, ma con un battito regolare. Cosa mi era successo? L'avrei saputo più tardi.
Polmoni: noi invece abbiamo giocato il jolly perché da soli non ce l'avremmo fatta in quanto eravamo intasati come nelle peggiori bronchiti. Così ci hanno infilato un tubo e finalmente ci è arrivato quell'ossigeno che non vedevamo ormai da qualche minuto.
Cervello: io invece, per motivi che non potevo discutere, ma che erano di aiuto al polmone, sono stato mantenuto in uno stato di sonno artificiale.
Domenica 12 agosto, pomeriggio – giovedì 16 agosto 2012
Cuore: pensavo anch'io di potermi riposare un po' come i miei colleghi organi, invece hanno infilato anche a me un tubo, anzi due, che però sono subito usciti dicendo che per loro non c'era lavoro. Meglio così. Subito dopo è iniziato un grande freddo che mi è durato per almeno due giorni. Non credevo che essere portati al Polo Nord facesse parte delle cure del cuore. Bah!
Polmoni: noi invece ci siamo riposati per benino per tre giorni. Che pacchia vedere altri che lavorano per te e forse anche meglio.
Cervello: io sono rimasto addormentato da quel momento per quasi tre giorni e devo dire che ne avevo un gran bisogno. Quando mi sono svegliato, e c'è voluto un giorno intero, ho creduto di aver fatto un lungo lunghissimo sogno, condiviso con i miei colleghi organi, che, come nelle favole, finiva con "e vissero felici e contenti".